TRA I PAPAVERI ROSSI E SPIGHE DI GRANO
Furtive lacrime
luccicano silenti
su lettere mai scritte
parole che rimbombano di silenzio
che nessuno sa ascoltare
timidi sguardi tra me e le stelle
che m’incoraggiano a“poetare”
Mi crogiolo nella nostalgia
nel tremore d’una volta
e mi vesto d’immagini di tenerezza
intrise di timide passioni
nascoste tra papaveri rossi e
spighe di grano
Nascono dalle mie radici
queste pagine ingiallite
come foglie cadenti
scivolano via nel tempo
nel rimpianto
nella polvere e nel fango
come onde che sanno di essere oceano
s’infrangono e si ricreano
nel suono di una eco lontano