Col sapore del miele in spazi di primavera nasce il mio tempo foglia che si lascia cullare dal vento assaporando il ritorno dell’estate del grano

Canti soffusi tra i germogli che profumano la notte tenue speranza tra le viole che attendono lontano in un silenzio tremulo che stilla parole senza

Nei campi di giovinezza corre la mia innocenza inseguita da un’oscura tempesta si spengono i bagliori cocenti del sole la danza sensuale delle alte spighe

Lacrime abitate dall’offesa nascoste tra gocce di pioggia nettare delle mie emozioni timidi sussuri clonati dal vento storie taciute suggellate nei fondali del mare Eppure

Riflessi d’immenso e perle di cristallo sugl occhi e sulla pelle rivoli d’argento tra i tuoi capelli traboccar di sentimenti nel tuo candido seno Donna!…

Emerge uno stato d’animo ne avverto la stanchezza un richiamo profondo un irrefrenabile desiderio uno schiaffo al volto morsi nell’anima impronte brucianti Mi guardo allo

Dove le radici affondano rituali di emozioni sprigionati nell’ignoto della memoria mi scuotono e mi trasportano al di là degli orizzonti Nell’inconscio inesplorato s’apre l’infinito

Sotto il mio sguardo distratto s’infrange il cielo in minuscoli frammenti di memoria; lacrime scendono nella pioggia in difesa del mio lascito di stelle Vibra